Tecnica metamorfica

“Da queste profonde ferite usciranno farfalle libere” (Alda Merini)


Una ghianda cade al suolo. La terra la riceve e comincia a rammollire la sua struttura. La ghianda inizia a mettere radici e germogli. Perché è viva. La terra ha agito da catalizzatore ma non è assolutamente responsabile della germinazione di questa futura quercia. La trasformazione della ghianda è avvenuta dall’interno a partire dalla sua energia vitale intrinseca.

L’essere umano obbedisce a questo stesso schema universale: è animato da una forza vitale che lo tiene in vita e gli permette di evolversi.
Il praticante della tecnica metamorfica agisce come catalizzatore con una tecnica semplice che “risveglia” la forza vitale del paziente.

La tecnica metamorfica si basa sul presupposto che la vita comincia al momento del concepimento e che le potenzialità individuali, sia fisiche sia caratteriali, sono fortemente influenzate dai nove mesi di gestazione.

Il metodo agisce sui punti riflessi della spina dorsale posti nel corpo su: piedi, mani e testa. Questi punti che corrispondono anche a movimento, azione e pensiero, contengono le memorie del periodo della gestazione.

Come la terra rammollisce la ghianda, così il praticante libera le energie che sono state bloccate durante la gestazione, sciogliendo gli schemi prenatali e attivando un processo di trasformazione naturale che agisce in tutti gli ambiti dell’esistenza.

Inizialmente definita Massaggio Prenatale, la tecnica metamorfica è stata ideata da Robert Saint John, naturopata inglese, e diffusa da Gaston Saint Pierre, autore del libro “Il massaggio che trasforma: principi e pratica della tecnica metamorfica”, Ed. Mediterranee.


Attività Professionale disciplinata ai sensi della legge 4 del 14/1/13